Come ritrovare l’autostima nelle relazioni disfunzionali

Quante donne accolgo in studio e mi dicono di “non essere abbastanza”. Quante donne che incrinano la loro autostima per relazioni limitanti e povere. Spesso pensano che amare per due possa essere sufficiente.

Spesso pensiamo che prima o poi, con tutto l’amore che si dà, avvenga il cambiamento, ma tutto ciò non accade.

Quando una donna si spreme fino all’ultima goccia di presenza e impegno per portare avanti le misere offerte che le vengono date, arrivando al punto di prosciugare tutte le sue energie e risorse fino a scomparire significa che si è arrivati al limite.

“Chi sono?”
“Merito?”
“Quanto valgo?”
“Perché non sono amata come desidero?”
“Cosa c’è che non va in me?”

È l’inizio dell’autosvalutazione con conseguenti crisi depressive e d’ansia.

Allora si dà la colpa all’amore, ma l’amore non c’entra nulla.

Voglio fare una rivelazione: non sei tu che sei “poco” o inadeguata, ma quello che senti è il riflesso dei limiti dell’Altro che si riflettono su di te. È come chiedere acqua a un pozzo secco. Le tue aspettative fanno alimentare il pozzo, illudendoti di poterti dissetare, ma invece ti rendi conto, grazie a un percorso psicologico, che le cose sono diverse.

C’è un’altra prospettiva: è l’investimento che è proiettato sulla persona sbagliata. L’Altro più di così non può darti. Tu non c’entri. Assolviti. Perdonati. Rafforzati. Liberati.

Oltre a questo concetto, in tutto questo argomento, se ne aggiunge un altro: “non accontentarti”. Si può arrivare a pensare di non meritare di più; si può arrivare a sentire di doversi accontentare, perché in fondo è ammirevole non pretendere di più.

“Che brava bambina” è questa identificazione inconscia che ci ha accompagnato sin dall’infanzia, che ci ha manipolate a farci diventare quello che non siamo. Abbiamo così soffocato, senza neanche accorgercene, tutte le nostre potenzialità e la nostra Bellezza.

È arrivato il momento di tornare a ri-conoscerci, a ri-nascere e a riprendere il rispetto di noi stesse, ma non per mero orgoglio (un prodotto dell’Ego), ma semplicemente per amore di noi. È quell’amore che forse c’è sempre stato negato e che ora dobbiamo riscattare.

Quando allora queste riflessioni vengono condivise accade un piccolo miracolo, una sorta di illuminazione: alla donna che mi ritrovo davanti sgorgano lacrime. Avviene la liberazione data dalla consapevolezza di non essersi sinceramente mai ascoltate perché troppo impegnate ad assecondare le richieste degli altri, ad esaudire i loro desideri.

Quando avviene la guarigione? Avviene quando tu inizi a metterti al primo posto e delle “briciole d’amore” non sai più che fartene. A piccoli passi inizi ad arricchire la tua vita, riscopri talenti e passioni, ti vedi diversa, senti l’inizio di una nuova indipendenza e autonomia che, come in un positivo circolo vizioso, alimenta sempre di più la tua forza.

Quella forza è l’energia propulsiva del tuo cambiamento che ti fa dire: “voglio di più perché me lo merito”. Alla base di tutto c’è la guarigione della tua bambina interiore ferita che sopravviveva perché era l’unico esempio riconosciuto e convalidato negli anni originariamente nato da relazione primarie disfunzionali.

Alla fine di un percorso di empowerment quella bambina può finalmente diventare una donna, madre e padre di se stessa, e ora per sfamarsi capisce che il panino lo vuole tutto intero.

Richiedi un appuntamento

Ho scritto questi altri articoli per te