Essere se stessi come riuscire

“Essere se stessi” sembra facile, quasi scontato, automatico, ovvio.
Ma se ti dicessi che è la cosa più difficile da realizzare? Forse credi di vivere nella verità, ma ti illudi perché in realtà non sai nemmeno cosa significhi.
Poniamocela allora questa domanda: chi sono io?
“Un uomo è libero nel momento in cui desidera esserlo” diceva Voltaire.
Ma l’ostacolo è proprio questo: abbiamo voglia di guardare in faccia la verità? Sentiamo il desiderio di scavarci dentro e chiederci se siamo onesti con noi stessi? Se la risposta è “sì” possiamo inoltrarci alla scoperta di noi e della nostra essenza, dentro al cuore pulsante della “psicologia dell’identità”, quel sentimento di unità, coerenza, valore, appartenenza, autonomia e fiducia organizzati intorno alla propria volontà.

In ogni persona che accolgo in studio avverto uno stridere tra la vita che si conduce e la propria Anima. Tra le pieghe delle parole, delle lacrime, delle espressioni, dei silenzi, è proprio questo che percepisco: “Non so chi sono”.
Mi sento come una barca che vaga senza faro, allora, il faro lo può diventare lo psicologo che ti indica la rotta per arrivare a quel porto chiamato “consapevolezza”.
Si tende a vivere immersi in un automatismo, in passività, in ragnatele che ci imbrigliano, in trappole autocostruite che sopravvivono alimentate dai traumi del passato. Si perde la voglia di mettersi in discussione per aspirare a vivere con più gioia e intensità sino a quando arrivano i sintomi… Stati depressivi, apatia stagnante, attacchi di panico, disturbi del sonno, dipendenze.
I sintomi sono l’espressione di una disarmonia interna.

Arrivati a questo punto è necessario far leva sulla propria coscienza. Essa permetterà di sganciarti dai limiti, dalle paure. La libertà è l’ingrediente necessario per diventare se stessi ma è così difficile raggiungerla perché bisogna assumersi delle responsabilità. Il processo di autoconoscenza è imprescindibile dalla volontà e dal coraggio.
“Agire secondo te stesso” implica un’attitudine all’ascolto interno e all’abbandono di regole imposte e autoimposte.

Il prezioso cammino di scoprire chi sei permetterà di evitare il “senso dell’esistere” solo attraverso il rispecchiamento dalle aspettative e dalle validazioni altrui.
Si imparerà a lasciare a terra le zavorre di immagini precostituite, di ciò che dovremmo essere, del ruolo con cui siamo cresciuti.
Impariamo a disimparare, torniamo a essere diamanti grezzi. Ripartiamo, scorriamo, mutiamo forma per riplasmarci.
Sì, è un duro lavoro ma il premio finale è poter vivere senza attriti, frustrazioni e conflitti.
È un investimento per tener lontana la malattia e per aspirare a quella parola magica: felicità.

Richiedi un appuntamento

Ho scritto questi altri articoli per te